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Mattatoio – pillola di WOM

L’archeologia industriale romana

Vi ricordate della nostra pillola sul Matadero madrileno? Non l’avete ancora letto? Allora è il caso di rimediare! In ogni caso siamo riusciti a trovare un valido corrispettivo italiano! Chi l’avrebbe mai detto!?

Stiamo parlando del Mattatoio, per l’appunto, che si trova a Roma, nel quartiere Testaccio. L’azienda che se ne occupa è la stessa che cura la gestione del MACRO, di cui abbiamo raccontato nel nostro ultimo post. Ma spieghiamoci meglio. Si tratta di un complesso architettonico sterminato, risalente alla fine del XIX secolo e chiaramente dedicato alla macellazione delle carni. Rappresenta un elemento importantissimo di archeologia industriale di Roma ed un luogo di grande suggestione.

Attualmente, i numerosi padiglioni restaurati, oltre ad ospitare l’Accademia di Belle Arti e la Facoltà di Architettura di Roma Tre, prevedono degli spazi dedicati all’arte contemporanea e alle esposizioni, pur conservando i caratteri originali dell’edificio.

Il Mattatoio si trova in Piazza Giustiniani 4 ed è facilmente raggiungibile. Noi ci siamo arrivati in Metro B, fermata Piramide. Se uscendo dalla metro vedete una piramide, allora la direzione è giusta. Naturalmente siamo riusciti a complicare una cosa molto semplice e ci siamo persi. D’altronde che ci andiamo a fare in giro se non per dissuadervi dai nostri stessi errori!? Meriteremmo una statua in bronzo nella principale piazza di una capitale europea, oppure un nano da giardino da tenere sul pianerottolo.

Ad ogni modo, la colpa è sempre del sadico navigatore dello smartphone di Fra. Ci siamo accorti che ci stava indirizzando verso la Macelleria al Mattatoio solo dopo aver percorso tre o quattro chilometri. Poco grave, in fondo la giornata è molto bella e ci sono quasi 2 gradi. Raggiungiamo finalmente la destinazione. Gius nel vedere gli studenti di architettura affannarsi sui propri progetti prova un profondo senso di nostalgia. Nostalgia delle non quantificabili notti in bianco e dei weekend davanti al computer, certo.

Il complesso architettonico trasuda storia e solennità, lo esploriamo in lungo e in largo. Alcuni padiglioni sono in attesa di restauro, mentre altri conservano ancora i tralicci metallici dedicati al trasporto delle carni. Impossibile non restare affascinati da un luogo così.

All’uscita non ripeteremo l’errore di seguire le indicazioni del navigatore malvagio. Dopo neanche 10 metri sulla via del ritorno, appare avvolto da una luce mistica e celestiale uno dei diversi Bar Pompi disseminati per Roma, celeberrimo per il tiramisù. Di sicuro adesso la metro può aspettare…

I vostri WOM!

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