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Bar Luce – pillola di WOM

Un caffè da Wes Anderson

Qualche giorno fa abbiamo visto per la prima volta Grand Budapest Hotel. Si tratta di un film del 2014, scritto e diretto dal regista statunitense Wes Anderson. La trama è molto avvincente e ci siamo subito appassionati. Lo stesso cineasta si è occupato di altre celeberrime pellicole come Il treno per il Darjeeling (2007) e Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore (2012).

Wes Anderson è praticamente un genio. Abbiamo talmente apprezzato questa visione del cinema che ci siamo documentati sul suo operato in Italia. Scopriamo che il Bar Luce della Fondazione Prada (a Milano) è un suo progetto: uno spazio pregiato, che ricrea l’atmosfera di un caffè milanese d’altri tempi. Un posto ideale per scrivere una sceneggiatura, o (nel nostro caso) per fare colazione e scattare qualche foto.

Vi abbiamo già spiegato come raggiungere la Fondazione Prada in uno dei nostri precedenti post, quindi non siate pigri e andate a rileggerlo, oppure chiedete a Google Maps.

Di fronte al celeberrimo edificio dorato, qualche gradino prima di afferrare la maniglia dell’ingresso del bar. Gius tira… Poi spinge… Solleva, ruota e batte le mani, ma la porta non si apre. Dall’interno ci indicano la porta accanto. Immaginiamo che appendere un cartello sarebbe stato troppo poco chic. Finalmente siamo dentro. Il bar è esattamente come ce l’aspettavamo: un ritratto degli anni ’50.

Ci accomodiamo, poi si avvicina un cameriere e ordiniamo. Cornetto e cappuccino per Gius, caffè americano e tortino pastiera per Fra. Le porzioni sono gourmet e il croissant sembra una riproduzione in miniatura di una brioche. Fingiamo allora assoluto disinteresse nei confronti del cibo, d’altronde siamo alla Fondazione Prada.

I camerieri sono vestiti a tema; in alcuni casi gli abiti cozzano con le pettinature e l’atteggiamento non altrettanto formale. Uno di loro avvia il Jukebox. Risuona Il cielo in una Stanza di Gino Paoli che ci regala un breve ed intenso momento di pace. Lo stomaco intanto se ne frega dei romanticismi e continua a grugnire.

È quasi l’ora del pranzo (se pranzi a mezzogiorno e vai a dormire alle 17:30) e l’ambiente inizia a popolarsi. Creature fantastiche invadono la sala alla disperata ricerca di un posto a sedere. Molte di loro commettono il nostro stesso errore, tentando di accedere dalla porta sbagliata.    

Alcuni sono giovani asiatici appartenenti a mondi paralleli, altri hanno tratti più familiari. Una ragazza occupa due poltroncine, mentre l’amica si rivolge al bancone. Nel frattempo, impacciata dai voluminosi cappotti, si fa sfuggire dalle mani tre o quattro IPhone X che finiscono sul pavimento, sintomo del fatto che siamo in periodo di saldi.

Il nostro tavolo è ambitissimo e iniziamo a percepire una certa pressione psicologica. Ci alziamo e dopo aver pagato ci dirigiamo verso l’uscita. Adesso andiamo a cercare un bar vero, uno di quelli in cui si mangia…

I vostri WOM!

 

ps: ringraziamo DS Visuals per aver realizzato i nostri ritratti.

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