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Il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2019

La presentazione del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia è, per noi, uno degli eventi più attesi della primavera. Anche se preferiamo la Biennale di Architettura, ogni anno organizziamo un weekend in Laguna, di solito a cavallo del 14 luglio, per festeggiare il compleanno di Gius e visitare l’Arsenale e i Giardini. Nel 2019 abbiamo anticipato il viaggio, per goderci la 58. Esposizione Internazionale d’Arte, a temperature più miti.

La mostra è sempre ricca di spunti di riflessione, a volte controversi e perturbanti, altre più ironici e disinvolti. Ci piace l’aria cosmopolita che si respira tra i padiglioni e l’attitudine delle persone che si incontrano lungo il percorso. Pur provenendo da diversi angoli del mondo, sembrano appartenere ad un’unica comunità internazionale, che condivide gli stessi valori e linguaggi formali.

L’esposizione è sterminata e risulta difficile soffermarsi su tutto. Alcuni artisti scelgono la strada della “manifestazione stupefacente”, per catturare lo sguardo e conquistare uno spazio nella memoria collettiva. Nell’immensità dell’allestimento, siamo naturalmente incuriositi dal Padiglione Italia, vuoi per gonzo orgoglio nazionalista, vuoi per capire a che punto è lo stato dell’arte nel nostro Paese.

Il Padiglione Italia

La sintesi tra le tra le diverse arti visive è totale. Il progetto s’intitola Né altra, né questa: La sfida al labirinto, è a cura di Milovan Farronato ed include le opere di tre talentuosi artisti: Enrico David, Liliana Moro e Chiara Fumai, la più giovane, recentemente scomparsa. Si rifà ad un saggio del 1962 di Italo Calvino e descrive un mondo che ha perso ogni direzione o riferimento.

Quando ci siamo avvicinati al padiglione, le nostre strade si sono divise e ci siamo ritrovati solo col cellulare. Ognuno di noi ha scelto un ingresso diverso e vissuto l’esperienza a modo proprio. Dalle foto abbiamo capito di aver visitato scene diverse, nonostante i nostri sguardi si siano incrociati di tanto in tanto.

Il Padiglione Italia è un labirinto mistico che suscita un senso di smarrimento tremendamente familiare.

Si attraversano corridoi e gallerie per immergersi in un ambiente onirico, distorto e multicanale. Ci si imbatte in immagini contraddittorie e figure ombrose, ci si sente frustrati per non essere riusciti a fare tutto ciò che si era pianificato. L’opera è un circuito perfettamente illogico, una profonda metafora della vita che abbiamo molto apprezzato.

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