A Milano in mostra i neon di Cerith Wyn Evans; dal 31 ottobre 2019 al 23 febbraio 2020 al Pirelli HangarBicocca è possibile immergersi in un’atmosfera cosmica.
Cerith Wyn Evans, classe 1958, è un artista gallese che vive e lavora tra Londra e Norwich. Da giovane, interessandosi alle avanguardie del cinema indipendente, propone la personale visione di accantonare il racconto della storia per lasciare più spazio alle immagini. Oggi, pur occupandosi di altre forme d’arte, riporta questo approccio nella creazione delle sue opere.
“…the Illuminating Gas”
Gli spazi delle Navate e del Cubo di Pirelli HangarBicocca sono dedicati alla mostra “…the Illuminating Gas” che espone 24 opere di Cerith Wyn Evans. La maggiore esposizione dedicata all’artista dialoga con l’architettura dell’hangar e esibisce lavori inediti e site-specific. Il titolo della mostra riferisce chiaramente al neon, il gas che diventa incandescente quando attraversato dall’energia elettrica.
Discostando una tenda dello Shed si rivela un’ambientazione onirica: StarStarStar/Steer (totransversephoton). Sette esili colonne sostengono idealmente il soffitto; il rimando all’ordine dorico è sottile, le scanalature del fusto sono definite dalla distanza tra gli strip led, disposti in forma cilindrica. Ogni elemento si accende indipendentemente e contribuisce a rappresentare una coreografia estetica suggestiva.
Le Navate sono occupate da decine di installazioni luminose, tridimensionali e astratte. Chilometri di tubi al neon sospesi al soffitto si aggrovigliano in scarabocchi indistinti, in cui si riconosce solo ciò che il subconscio suggerisce. Una parte dei disegni si identifica con il Noh, un teatro tradizionale giapponese in cui i movimenti si traducono graficamente in segni. All’interno del cubo, la gigantesca scritta diagonale descrive un’eclissi solare.
La natura delle opere è eterogenea ma sempre legata al potere evocativo della luce, del suono e del movimento. Nonostante tutto sia da decifrare, alcuni elementi appaiono curiosamente familiari dato che il repertorio formale dell’artista attinge da svariati campi. I richiami a Marcel Duchamp sono dichiarati.
Quello che più ci ha colpito è stata l’osservazione dell’artista nel sottolineare l’obsolescenza della tecnologia umana. Le luci attualmente impiegate nelle opere sono diverse rispetto a quelle di 20 anni fa, con un’evidente alterazione dell’atmosfera generale. Lo stesso principio vale per le città, i cui scenari notturni cambiano volto col passare del tempo. Basti pensare al recente passaggio dall’illuminazione pubblica ad incandescenza dai toni caldi e tendenti all’arancio, agli impianti led a luce bianca ed ombre più dure e fredde.
Durante la visita, i paesaggi luminosi e sonori provocano un senso di estraniamento ed una distorsione del concetto di realtà. Il buio si manifesta in tutto la sua inquietudine, e si viene sopraffatti dal senso di mistero…