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Milano, BASTARD STORE

Nonostante l’agilità che ci contraddistingue tratta dal fatato mondo dei bradipi, amiamo le scarpe da skate. A Milano, tra i ventimilaottocentodiciotto negozi che vendono articoli del genere, uno in particolare merita di essere visitato: Bastard Store.

Ce ne parlano degli amici, gente che lo skateboard lo usa per davvero. Anche Gius ne aveva uno, da bambino lo utilizzava per lanciarsi in discesa dalle rampe: da seduto però. Ci raccontano che è molto più di uno store, un vero e proprio punto di riferimento per gli skaters di tutta Europa. Vogliamo saperne di più…

Ricerchiamo l’indirizzo su Google che ne conosce una più del diavolo e ci andiamo. Via Scipio Slataper, intitolata ad uno noto personaggio della saga di Harry Potter (o forse era uno scrittore?), è vicino Viale Zara. Prendiamo la metro e scendiamo alla fermata Istria. Il navigatore dà indicazioni della portata di “acqua, fuoco e fuocherello”; giungiamo a destinazione.

Dall’esterno sembra un luogo ordinario. Bypassiamo la sezione dedicata alle vendite per lanciarci alla scoperta del cuore pulsante dell’impresa. Il proprietario Claudio Bernardini sarà la nostra preziosa guida.

Apprendiamo che gli interni sono frutto di una geniale ristrutturazione ad opera di STUDIOMETRICO e il progetto vince per la stessa categoria l’ArchDaily Bulding dell’anno 2009! Un vecchio cinema degli anni 40 viene trasformato in showroom ed headquarter di Bastard Store. I caratteri originali dell’edificio sono conservati senza la minima rinuncia per le esigenze aziendali.

Quando Claudio ci mostra gli uffici e gli spazi per il co-working capiamo che per qualcuno il lavoro è davvero un divertimento (non per noi). Dalla balconata si nota, al di sopra del magazzino, l’elemento più suggestivo dell’intero ambiente, nonché il sogno di ogni skater: la “Bastard Bowl”.

Prima di raggiungerla accediamo ad un piccolo spazio esterno. Un gruppo di persone sorseggia della birra alla spina. Nonostante l’irruenza del nostro spirito di avventura, certe cose nella vita hanno la priorità: mangiare e bere. Con l’abilità di due cani da tartufo individuiamo lo spaccio di bevande e ordiniamo due bionde ghiacciate; per fortuna nessuno dei due guida la metro.

Grazie al pit stop alcolico la rampa di scale per la Bowl sembra più impegnativa del dovuto; Fra sostiene di vedere delle coppie di scarafaggi innamorati di tanto in tanto. Eppure era solo una birra…

Ci si spalanca una scenografia pazzesca. Anche se fossimo sobri come il giorno della prima comunione l’unica cosa che potremmo fare nella pista è rotolare. Domandiamo a qualcuno dall’aspetto più sportivo del nostro di immolarsi  e fare “qualcosa” neanche fosse una foca al circo. Oltre ogni nostra aspettativa il ragazzo acconsente e dopo avergli augurato di non rompersi nulla stiamo a guardare.

Assistiamo ad acrobazie inenarrabili, con tutte le ossa al posto giusto dopo la fine della performance: bravissimo. Ora che la nostra sete di alcool e adrenalina è stata placata possiamo andare; prima ringraziamo Claudio per l’ospitalità.

A parte il polline ingerito accidentalmente per strada durante il percorso, siamo a stomaco vuoto. Bisogna cercare un posto per il pranzo; ma questa è un’altra storia…

Al prossimo lunedì,

I vostri WOM!

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