Quando l’estate si avvicina è facile che venga voglia di andare al mare, soprattutto a Gius che da buon calabrese ha le branchie nascoste dietro le orecchie.
Forse non ve l’hanno detto, ma possiamo confermarlo: a Milano non c’è il mare! Ci sono i grattacieli, le metropolitane, i parchi e le fontane, ma la spiaggia proprio no.
Dal voler affondare i piedi nella sabbia, a finire a visitare Gallarate, il passo è veramente breve; quasi la stessa cosa. Ecco che in una mattinata non particolarmente estiva ci ritroviamo sul treno regionale diretto a Varese. Dalla stazione di Milano Porta Garibaldi a Gallarate ci si impiega poco più di 30 minuti. Nel frattempo Gius scopre con sommo rammarico che neanche a Varese c’è il mare.
Gallarate è un comune abbastanza popoloso, conta più di 50.000 abitanti, almeno la metà di questi crea volume all’interno della stazione, molto trafficata. Tra le principali attrazioni della città c’è il MAGA (vi risparmiamo le battute su Harry Potter). Il Museo d’Arte di Gallarate vale quasi quanto una giornata al mar… Ok, non diciamo sciocchezze, diciamo solo che ci è piaciuto molto e che vale la pena visitarlo!
Prima di raggiungerlo facciamo due passi in centro; c’è un gran fermento. Lo stomaco di Fra, posseduto dallo spirito di un Grizzly ci ricorda che è l’ora del pranzo. Da Piazza della Libertà ci dirigiamo verso Sapore di Piada dove siamo accolti a braccia aperte. Gius ordina l’hamburger più malsano del menù, mentre Fra un tagliere di affettati freschissimi e gnocco fritto; magari in un’altra vita insomma.
Il MAGA fu istituito nel 1966 come galleria d’arte moderna e custodisce oggi più di 5.000 opere tra dipinti, sculture, fotografie ed oggetti di design. L’edificio che attualmente ospita il museo è stato inaugurato nel 2010 su progetto degli architetti Maria Luisa Provasoli e Pier Michele Miano. Una parte della struttura è costituita da una preesistenza: un manufatto industriale degli anni Trenta appositamente recuperato. Il vecchio corpo di fabbrica si collega alla nuova costruzione, una quinta scenica per la piazza circolare rivestita in laterizio.
All’ingresso si trovano la caffetteria, il book shop e la biglietteria. Accanto ai tornelli per l’acceso alla mostra c’è una vasca di caramelle offerte da Ricola; naturalmente affondiamo entrambe le mani e ci riempiamo le tasche.
Gli spazi sono flessibili e stimolanti. La collezione permanente espone opere di personaggi del calibro di Bruno Munari e Lucio Fontana. Anche la sezione di fotografia risulta particolarmente raffinata.
Dopo la visita al museo, Gius propone un’altra tappa. Ricorda di un edificio a Gallarate che lo aveva particolarmente colpito durante i suoi studi. La Chiesa di San Paolo Apostolo è un gioiellino dell’architettura moderna; una scultura in calcestruzzo armato che si snoda in forme sinuose e biologiche. Su progetto dall’Architetto Mariarosa Zibetti Ribaldone, l’edificio fu realizzato nel 1973. Lo studio degli interni e la luce filtrante suscitano misticismo e mistero. Un’opera da apprezzare girandole attorno, per godere l’unicità dell’organismo architettonico.
Mentre scattiamo qualche foto un’anziana signora ci domanda se siamo dell’Enel o del Comune. Prima di tornare a Milano la rassicuriamo sul fatto di non voler demolire la chiesa e le offriamo un paio di caramelle.
Al prossimo lunedi,
i vostri WOM!