Sei un appassionato di Instagram (proprio come noi) e ti trovi a Milano per l’ennesima volta. Hai già visitato il Duomo, la Galleria e il Castello Sforzesco: ora non sai più dove andare. Stai cercando una location perfetta ed originale per migliorare la tua Instagram gallery … Forse possiamo aiutarti: l’architettura del Quartiere Gallaratese sarà una bella sorpresa per te!
È incredibile quanto questo social influenzi il nostro modo di osservare le cose. A volte si visita un luogo solo per scattare la foto perfetta, non curandosi del contesto. Altre volte però (questa è la parte che preferiamo), Instagram rappresenta un mezzo per conoscere e apprezzare la bellezza circostante che distrattamente svalutiamo.
L’architettura del Quartiere Gallaratese, oltre ad essere un pezzo di storia milanese, offre scorci interessanti per immagini creative, accattivanti e fascinose … salvo che sappiate dove andare a cercare!
Come raggiungere il Quartiere Gallaratese
Il mezzo più comodo per raggiungere il Quartiere Gallaratese a Milano è la metropolitana: linea rossa, fermata S. Leonardo. La fermata rientra nel limite della tariffa urbana, per cui è accessibile dal centro città col biglietto ordinario da 1,5€, senza costi aggiuntivi.
Il quartiere si trova in periferia, lontano dal caos e dai turisti, in una zona molto tranquilla. Di domenica pomeriggio nessun bar aperto nel raggio di km e km: portatevi dell’acqua!
Cosa vedere del Quartiere Gallaratese
L’elemento più suggestivo del Quartiere Gallaratese è il Complesso Residenziale Monte Amiata. Lo si intravede uscendo dalla metro e girando a sinistra. Più precisamente, si trova in Via Cilea 106, all’interno di un isolato molto esteso delimitato da siepi.
L’accesso alla struttura è riservato agli abitanti. Tuttavia, con un po’ di pazienza, educazione e discrezione, difficilmente vi sarà negata una visita. Lasceremo il beneficio del dubbio riguardo a come siamo entrati …
Il progetto di Carlo Aymonino e Aldo Rossi viene realizzato tra il 1967 e il 1973 in cinque corpi di fabbrica, disposti a ventaglio e imperniati su tre piazze. Una di queste fu concepita come un teatro all’aperto e centro nevralgico del progetto. Il quartiere popolare era destinato ad accogliere quasi 2500 abitanti! Una micro città ispirata ai grands ensemples parigini dello stesso periodo, che costituisce un esperimento sociale ed architettonico tutto italiano.
L’Architettura dalla prospettive inedite
Impossibile non restare ammaliati dai giochi di ombre sulle facciate, dai vividi contrasti cromatici, e dal plasticismo delle forme architettoniche. I passaggi pedonali coperti e scoperti raccordano i volumi a prima vista disordinati. Ad ogni passo una nuova sequenza di prospettive inaspettate, teatrali e scenografiche si svela davanti agli occhi del visitatore. Provare per credere!
Aspettiamo di vedere i vostri scatti su Instagram! Intanto (se non l’avete già fatto), potete seguire la nostra gallery @whereonmonday per trovare spunti e contenuti nuovi.
Al prossimo lunedì,
i vostri WOM!