Avete ragione a farci notare che siamo sempre in viaggio. Ogni occasione è buona per uscire di casa e visitare un posto nuovo (anche uno vecchio, ma con occhi nuovi). Non possiamo abbandonarci alla pigrizia, quando nel mondo ci sono così tante meraviglie da scoprire: è la nostra filosofia di vita. Sappiamo cosa state pensando, servono molti soldi e ancora più tempo. Questo però, non è del tutto vero …
L’Italia, nonostante i mille difetti, è un paese ricco di bellezza. Da nord a sud, dalla capitale al paese dei puffi ci sarà sempre qualcosa per cui valga la pena stupirsi. Se si tratta di un viaggio più impegnativo basta pianificare ed eventualmente prenotare con anticipo, altrimenti, indossate le scarpe, appendete la macchina fotografica al collo e date inizio all’esplorazione oggi stesso!
Nel lungo elenco di mete da visitare (diventato ormai l’indice analitico di un atlante geografico), ce n’era una rimasta in sospeso da qualche mese: la Fabbrica Italiana Contadina, a Bologna.
FICO (acronimo) è stato inaugurato a metà novembre 2017 e rappresenta il parco agroalimentare più grande del mondo! Fantastico… e noi che ci siamo andati a fare, vi starete chiedendo? Un po’ di pazienza!
Partiamo dalla Stazione Garibaldi di Milano intorno alle 9 del mattino; con la Freccia Rossa 1000 si raggiunge Bologna in poco più di un’ora. Tra l’altro, fino al 30 aprile 2018, FICO offre uno sconto del 30% sull’acquisto di biglietti del treno per Bologna (2 o più persone a/r). Date uno sguardo a questo link:
https://www.eatalyworld.it/it/magazine/offerta-trenitalia
Alle 10:30 siamo già nel capoluogo Emiliano. Dalla stazione una navetta dedicata conduce al parco: il costo è di 7€ a testa a/r. FICO è aperto tutti i giorni dalle 10 alle 23 con ingresso gratuito. All’esterno, un parcheggio di biciclette, per chi volesse esplorare il parco pedalando. Mentre una coppia di ottantenni ci freccia accanto suonando il campanello, Fra ha la bocca piena del terzo croissant della mattinata. Grassi saturi a forma di cornetto, per intenderci.
Ci presentiamo al box accoglienza per ricevere maggiori informazioni riguardo a FICO. Consigliano di fare una prima perlustrazione in autonomia, pranzare e rimanere ad aspettare il tour guidato delle 15:00. Sembra un piano onesto e poi vogliamo i tortellini.
I ristoranti sono molto belli e soprattutto buoni. Ci sono tutte le eccellenze regionali italiane, dal dolce al salato.
Esternamente dovrebbe essere una specie di Amazzonia, ma gli orti sono ancora spogli: una cosa abbastanza comprensibile dato che la primavera si è dimenticata di avere dei figli anche in Italia. In una splendida serra prosperano gli agrumi del sud: un respiro di casa.
Pranziamo da Sfogliamo, il cui nome dichiara perfettamente lo spirito del ristorante. Pare che organizzino anche dei corsi su come stendere la pasta e preparare i tortellini, noi però ce li vogliamo soltanto mangiare. I piatti sono eccezionali.
Oltre ai ristoranti ci sono anche i mercati per acquistare i prodotti ed una serie di giostre. Installazioni simili a quelle di EXPO 2015 se vi è capitato di andarci, utili nel caso in cui si voglia approfondire un argomento, oppure sguinzagliare i bambini.
Dopo il pranzo andiamo da Venchi, che tra una pralina e l’altra fa pure il caffè. La barista ci offre una degustazione di crema di cioccolato; da quel momento Nutella scansate proprio.
Alle 15:00 torniamo al punto di ritrovo per le visite guidate. Veniamo assegnati ad Alessandra, che diventerà la nostra mamma. Il tour costa 15€, ma ci siamo rifatti sugli assaggini. Nonostante la laurea, Gius impiega una buona porzione del pomeriggio per indossare correttamente l’archetto del ricevitore; si giustifica dicendo che ha le orecchie piccole. Grazie a questa tecnologia avveniristica potremo percepire le parole di Alessandra anche a distanza, come fosse la nostra coscienza, senza che lei debba radunare le pecore per farsi sentire.
A proposito di pecore, ci sono anche quelle; insieme al bue, l’asinello, la gallina e tutta l’allegra fattoria. Gius, che nasce, cresce e corre come un piccolo selvaggio, conosce bene gli animali, ma per un bambino di città, non è poi così scontato vedere una mucca viva, dal vivo. Si perché gli hamburger non contano.
Un signore del nostro gruppo di visita è un’enciclopedia vivente di qualsiasi cosa e ad ogni stand fa una domanda. Non domande del tipo “perche alcuni formaggi hanno i buchi” (ce lo siamo sempre chiesto), ma osservazioni da Professore Ordinario di Formaggiologia ad Oxford. Gli addetti ai lavori per fortuna sono preparatissimi: bravi!
Simpatico, ma di li a poco sarà emarginato dal gruppo e mamma Alessandra lo abbandonerà nel recinto dei maialini neri.
Insomma, avete capito perché siamo stati da FICO? Ma per i tortellini, è ovvio!
Al prossimo lunedì,
I vostri WOM!
Un ringraziamento particolare al gentilissimo staff e a mamma Alessandra.
One comment
[…] essere stati a Bologna per visitare FICO, avevamo voglia di tornare in Emilia: una regione splendida. Perdersi tra i vicoli delle sue città […]