Una città alla ricerca di una nuova identità
Qualche giorno fa, mentre eravamo a pranzo, è sorto un dibattito in merito alle città più popolose d’Europa. Gius sostiene la supremazia di Catanzaro. Secondo una classifica attendibile quanto gli orari di Trenitalia, le capitali col maggior numero di abitanti, in ordine decrescente, sono: Londra, Berlino, Madrid, Atene, Roma, Parigi e Bucarest, seguite da altre di cui non abbiamo mai sentito parlare.
Prima della nascita di WOM ci siamo occupati personalmente di contare tutti i residenti di sei città dell’elenco: possiamo quindi avvalorare la tesi della ricerca. Bucarest è in dubbio, dato che nessuno c’è mai stato. Il tempo di finire il dessert e siamo sul primo volo per la Romania.
La Romania, fa parte dell’Unione Europea dal 2007 e per raggiungerla è sufficiente la Carta d’Identità. La moneta locale è il Leu, che vale all’incirca 25 centesimi di Euro. Le banconote sembrano plastificate e molto gradevoli al tatto, ma non sono commestibili.
L’Aeroporto Henri Coandă (Otopeni per gli amici) dista circa 17km dal centro della città; qui ci aspettano con un cartello in mano, proprio come i VIP. L’autista che ci accompagna in hotel ha frequentato la scuola guida a Maranello. Gius scende dall’auto con una ciocca di capelli bianchi ispirata alla linea di shampoo di Paola Marella.
Il giorno seguente, per smaltire gli effetti del jet lag (ben un’ora in più rispetto all’Italia), decidiamo di fare due passi in centro. In albergo ci consegnano una mappa della città. La cartografia è tappezzata di “M”, il che ci lascia pensare ad un sistema fittissimo di fermate metropolitane.
Raggiungiamo la “M” più vicina al nostro albergo, ma intorno non c’è nessuna stazione metropolitana. Potrebbe trattarsi di un errore di stampa; proseguiamo allora verso la prossima. Cerchiamo dappertutto, dietro gli alberi, sotto i tombini, dentro le aiuole: niente. Fra esamina attentamente il foglio fino ad arrivare alla legenda… “M” sta per “massage”: ah. Facciamo allora che proseguiamo a piedi.
Siamo a tre minuti dall’Ateneul Român, una sala per concerti in stile neoclassico che affaccia sulla Calea Victoriei. All’interno non ci è permesso scattare delle foto, peccato. La Calea Victoriei è un grande viale al centro di Bucarest su cui affacciano edifici di prestigio e negozi di lusso. Procedendo per la via verso sud incontriamo il Museo Nazionale di Arte Romena, ospitato all’interno dell’ex Palazzo Reale, che decidiamo di visitare. Non proprio quello che ci aspettavamo, ma apprezziamo l’audacia nella scelta del colore delle pareti.
L’edificio è situato in Piazza della Rivoluzione, in cui sorge il Memoriale della Rinascita: una piramide allungata che infilza un groviglio di filo spinato. Un ricordo della Rivoluzione Rumena del 1989 che ha portato alla fine del regime dittatoriale comunista di Nicolae Ceauşescu.
Nonostante il passato sia un fardello importante, Bucarest si rivela essere una città proiettata verso il futuro, ispirandosi a modelli tipicamente occidentali. Le vicissitudini storiche sono evidenti e si ripercuotono sull’architettura e sul carattere della gente. Edifici scintillanti, moderni o appena restaurati, si alternano a mega blocchi residenziali plagiati dal regime comunista, spesso decadenti o abbandonati. In ogni caso la città è un luogo molto sicuro e gli abitanti si rivelano essere persone molto cordiali e ospitali.
Bucarest è una meta ideale per un fine settimana alternativo e poco dispendioso.
Ancora più a sud, attraversando il suggestivo Pasajul Macca, ci si addentra nella zona di Lipscani, cuore pulsante della vita notturna locale. Il quartiere è molto carino, anche se pesantemente stravolto dal turismo di massa. Ristoranti filo italiani, bistrot francesi e fast food americani hanno preso il sopravvento, sostituendosi alle cucine più tipiche. Caru cu Bere è uno dei pochi esempi sopravvissuti, pieno come un uovo, lo evitiamo come la peste bubbonica naturalmente. A due passi la Chiesa Ortodossa Stavropoleos, visitabile in 17,2 secondi.
Casa Popolurui, sede del Parlamento è il secondo edificio più grande al mondo per estensione, con una superficie di 350.000 mq (il primo è casa nostra). L’interno è visitabile e pare ne valga la pena, ma abbiamo preferito rifugiarci in una caffetteria per fare merenda.
Da Bulevardul Unirii si raggiunge facilmente Piaţa Unirii dove avvistiamo la prima vera stazione metropolitana. Spostarsi è molto conveniente, economicamente si intende (ci siamo persi un paio di volte almeno). Una signora ci si avvicina per fornirci delle indicazioni. Parla solo in romeno stretto, ma tramite l’universale potere della gestualità ci indirizza verso la giusta direzione.
Bucarest è piena di parchi, quello più bello è sicuramente Parcul Herăstrău, cui accediamo dall’ingresso in prossimità dell’Arcul de Triumf. Distratti da tutta una serie di concerti e di locali galleggianti, percorriamo gran parte delle rive del lago del parco; per tornare alla nostra uscita saremo costretti a circumnavigare l’Africa.
La nostra avventura in città continua nel prossimo racconto,
i vostri WOM!
One comment
[…] Se cercate una meta economica per un fine settimana, avete pensato a Bucarest? […]