BienNolo è la biennale di arte contemporanea di NoLo, il quartiere multietnico di Milano. L’evento, alla prima edizione, si svolge dal 17 al 26 maggio 2019 presso l’ex Laboratorio Panettoni Giovanni Cova. Il fermento culturale che interessa il distretto è notevole; avvenenti creativi del panorama internazionale trovano a Milano, ed in particolare a NoLo, un substrato fertile per la sperimentazione artistica… BienNoLo è l’ultimo risultato di questa tendenza.
A volte pensiamo che l’arte contemporanea abbia perso i contatti con la realtà; certe opere sono concepite con l’unico fine di autocelebrarsi ed essere diffuse in modo virale sui social media. Un gioco delle apparenze in cui vince l’immagine più forte a discapito di ogni sostanza. Solo abbandonando il pregiudizio ed interrogandoci sul significato delle cose si rivelano grandi verità. BienNoLo è un contenitore di opere che esistono anche al di fuori di Instagram, che ci hanno emozionato e fatto riflettere.
Cosa ci è piaciuto di BienNoLO
Oltre al tema della mostra, da approfondire qui, pensiamo valga la pena visitare l’affascinante archeologia industriale dell’ex Laboratorio Panettoni. I resti della struttura abbandonata sono infatti normalmente inaccessibili. Il luogo, dalla grande suggestione e dall’appeal decadente, è in stretto rapporto con gli oggetti esposti, illuminati naturalmente, senza il dispendio di alcun tipo di energia/risorsa.
Ecco le opere che abbiamo preferito, per il loro potere evocativo, significato e contenuti.
All I Need di Federica Perazzoli
Federica Perazzoli raccoglie una serie di oggetti di cui percepisce il bisogno. Fa parte di questo insieme tutto ciò che secondo l’artista è necessario. Necessario a ricreare un rifugio dell’anima e a garantire la sopravvivenza personale e artistica. Dove l’osservatore vede un cumulo disordinato di cianfrusaglie, si manifesta una selezione che elimina tutto ciò che è considerato superfluo.
Come ci ritroveremmo a vivere dovendo fare una scelta del genere? A cosa non potremmo rinunciare?
Il silenzio delle piante di Adrian Paci
Gilles Clément, scrittore e paesaggista francesce, descriverebbe l’ex panettonificio come un Terzo Paesaggio, ovvero, un’archeologia industriale in cui crescono spontaneamente rovi e sterpaglie. Un luogo abbandonato dall’uomo, ma non dimenticato dalla natura. Una struttura metallica dalla forma orbitale circonda un cosiddetto “albero delle farfalle” per celebrare un silenzioso inno alla vita.
Se la presenza dell’uomo fosse messa in discussione, quanto ci impiegherebbe la natura a reimpossessarsi degli spazi che le abbiamo sottratto? Che aspetto assumerebbero i luoghi che oggi conosciamo come città?
Senza titolo, Alessandro Nassiri Tabibzadeh
Prima dell’avvento dei social media, scritte oscene e volgari imbrattavano le pareti di bagni pubblici e ascensori; lavagne anonime su cui dare sfogo ai pensieri repressi. Il peggio di noi ora si riversa sul web, che fornisce la falsa illusione di essere invisibili. Su specchi realizzati prima della seconda guerra mondiale, l’artista riporta alcuni commenti di utenti, reperiti sotto dichiarazioni di un importante politico attraverso un noto social network.
Lo specchio ci obbliga, per leggere la scritta, a riflettere la nostra immagine, associandola ad uno sporco pensiero. Che non sia un modo per farci capire che spesso siamo complici di quanto accade nel mondo?
Avete già visitato BienNoLo? Quali opere avete apprezzato maggiormente?
Restiamo in attesa dell’edizione 2021.
Al prossimo lunedì,
I vostri WOM.
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