Bálna Budapest è il simbolo dello sguardo fiducioso dell’Ungheria al futuro. E nonostante il neogotico Országház resti l’emergenza più suggestiva di Pest, con le guglie specchiate ed infrante nelle acque grigie del Danubio, si costruisce un nuovo paesaggio urbano, caratterizzato da elementi insoliti e forme organiche.
Budapest ha un grande fascino ed un’atmosfera intrisa di malinconica poesia. Le vie sono eleganti e sobrie, le facciate dei palazzi a tratti decadenti e, per questo, ancora più belle. Siamo partiti carichi di aspettative e ritornati col magone in gola.
Dal Palazzo del Parlamento, percorrendo verso sud il placido lungofiume e superando i tre ponti che conducono a Buda, si incontra un grande mammifero in vetro e acciaio, adagiato su due strutture esistenti in mattoni rossi: Bálna Budapest. Bálna significa balena nella lingua dei magiari, forse l’unica balena che abbia mai visto il Danubio.
Secondo noi, l’edificio rappresenta bene lo spirito di Budapest. Le radici affondano nelle storia, la pelle riflette l’audacia delle metropoli occidentali. Prima di entrare abbiamo attraversato 333m di Szabadság híd, il verde Ponte della Libertà. Osservando Bálna Budapest dalla riva opposta, il rivestimento sembra in scaglie di pesce e il complesso assume proporzioni più armoniche.
Il progetto dell’architetto olandese Kas Oosterhuis è un nuovo landmark: un innesto tra antico e contemporaneo, un ibrido tra architettura e scultura a scala urbana. All’interno è un centro polifunzionale, il cui nome ufficiale è CET (Central European Time). Ci sono negozi, ristoranti, sale cinematografiche, ma anche gallerie d’arte e atelier per artigiani locali. La luce naturale filtra attraverso le superfici vetrate ed essendo quasi l’ora del tramonto ci tratteniamo in un bar vista Danubio.
Il sole scompare dietro la Cittadella, sulla collina di Buda anche se sono le 4 di pomeriggio. All’esterno, in “testa” alla balena, è allestita una pista per il pattinaggio sul ghiaccio. Il nostro viaggio a Budapest non è ancora terminato, acceleriamo il passo prima che faccia buio.
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